Nuova edizione con traduzione in francese moderno a fronte di quella che è tra le più antiche opere teatrali della tradizione europea. L’editore affronta nell’introduzione vari punti critici, fra i quali i più rilevanti per la conoscenza e l’interpretazione del Jeu sono la sua appartenenza al repertorio di una chiesa cattedrale o di un capitolo, la spiegazione delle irregolarità metriche come frutto dell’interventismo degli attori, la precedenza rispetto ai responsori latini (ai quali è dedicata una breve trattazione specifica) del testo volgare, che non deve quindi essere considerato una farcitura dei primi. Il libro comprende anche un’analisi linguistica del Jeu, che le ultime edizioni hanno in genere a torto trascurato (proprio da un adeguato studio linguistico possono venire delle buone indicazioni sull’origine del
testo): si tratta di uno scrutinio delle forme rilevanti del Jeu, attento – anche se un po’ rigidamente attestato sulle conclusioni della manualistica, ancorché buona (Fouché, Ménard, Pope, Short, G. Zink), senza un confronto con gli studi precedenti e con scarsa considerazione degli aspetti scriptologici – e che conduce a una localizzazione nel territorio del cosiddetto Grand-Ouest (dalla Normandia al Poitou), dunque in quello che fu lo «spazio plantageneto», importante come sappiamo per le sorti della cultura e della letteratura medievali, non soltanto francesi.
[walter meliga]